mercoledì 30 novembre 2011

Non places

from gesmos on youtube
2008

Non places

Spaces of such temporary, transient activity as to not have the significance to be regarded as “places”; also called non-space.

The term “non-place” was coined by French anthropologist Marc Augé, who wrote Non-Places: Introduction to an Anthropology of Supermodernity (1995). Examples of non-places include airports, supermarkets, hotel rooms, and highways.

Marc Augé coined the term non-lieux [non-places] to describe specific kinds of spaces, chiefly architectural and technological, designed to be passed through or consumed rather than appropriated, and retaining little or no trace of our engagement with them. These spaces, principally associated with transit and communication, are for Augé the defining characteristics of the contemporary period he calls ‘supermodernity,’ the product and agent of a contemporary crisis in social relations and consequently in the construction of individual identities through such relations.


Il neologismo nonluogo definisce due concetti complementari ma assolutamente distinti: da una parte quegli spazi costruiti per un fine ben specifico (solitamente di trasporto, transito, commercio, tempo libero e svago) e dall'altra il rapporto che viene a crearsi fra gli individui e quegli stessi spazi.
Marc Augé definisce i nonluoghi in contrapposizione ai luoghi antropologici, quindi tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici. Fanno parte dei nonluoghi sia le strutture necessarie per la circolazione accelerata delle persone e dei beni (autostrade, svincoli e aeroporti), sia i mezzi di trasporto, i grandi centri commerciali, i campi profughi, eccetera. Spazi in cui milioni di individualità si incrociano senza entrare in relazione sospinti o dal desiderio frenetico di consumare o di accelerare le operazioni quotidiane o come porta di accesso ad un cambiamento (reale o simbolico). I nonluoghi sono prodotti della società della surmodernità, incapace di integrare in sé i luoghi storici confinandoli e banalizzandoli in posizioni limitate e circoscritte alla stregua di "curiosità" o di "oggetti interessanti". Simili eppure diversi: le differenze culturali massificate, in ogni centro commerciale possiamo trovare cibo cinese, italiano, messicano e magrebino. Ognuno con un proprio stile e caratteristiche proprie nello spazio assegnato. Senza però contaminazioni e modificazioni prodotte dal nonluogo. Il mondo con tutte le sue diversità è tutto racchiuso lì.
I nonluoghi sono incentrati solamente sul presente e sono altamente rappresentativi della nostra epoca, che è caratterizzata dalla precarietà assoluta (non solo nel campo lavorativo), dalla provvisorietà, dal transito e dal passaggio e da un individualismo solitario. Le persone transitano nei nonluoghi ma nessuno vi abita.

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